Cos’è l’autocertificazione di residenza
E’ inutile: la maggior parte degli italiani quando deve produrre dei documenti entra in confusione. Non si sa mai in quale ufficio bisogna andare, a quale sportello si debba far la coda o, nei casi più gravi, non si è mai nemmeno sentito parlare del documento in questione.
Ad esempio: cosa ne sai dell’autocertificazione di residenza? Domicilio e residenza sono sinonimi? Abbiamo chiesto agli amici di www.autocertificazioni360.it di aiutarci a trovare queste riposte.
No, a meno che non si intenda parlare dell’accezione comune di questi due termini. In ambito legale infatti il domicilio e la residenza sono due cose ben distinte e, non a caso, nei documenti spesso si trovano entrambe le diciture.
La residenza altro non è che un luogo, lo stesso in cui il soggetto in questione vive ed abita. Solitamente la persona di cui sopra è anche iscritta ai registri anagrafici del Comune in cui ha fissato la residenza.
Il domicilio è, come dicevamo prima, una cosa ben diversa. Esso potrebbe essere collocato in un’altra municipalità ed è semmai un posto in cui l’individuo stabilisce che debbano svolgersi i suoi affari.
L’autocertificazione di residenza: cosa c’è da sapere?
In svariate occasioni ci si trova nella necessità di attestare ufficialmente di aver preso residenza in un dato Comune o ad un certo indirizzo. Dato che si tratta di informazioni facilmente verificabili dagli organi di competenza, gli stessi che spesso richiedono l’ufficializzazione di tali informazioni, è stata data ai cittadini la possibilità di autocertificare la loro residenza.
Tale documento, ovviamente, assume valore legale sebbene soltanto per lassi temporali ridotti (3 mesi salvo eccezioni particolari).
Ma chi può ricorrere all’autocertificazione? Beh, si tratta di una categoria abbastanza ampia: i maggiorenni. Poco importa che essi siano cittadini italiani, individui appartenenti ad uno qualsiasi degli stati dell’Unione Europea o extracomunitari (ovviamente dotati di permesso di soggiorno).
La situazione si complica leggermente per i minorenni o per le persone impossibilitate per motivi di salute a produrre simili documentazioni. Nel primo caso infatti dovranno essere i genitori oppure i tutori legali del giovane a fornire autocertificazione, nel secondo saranno i parenti prossimi dell’interessato (figli, marito/moglie, ed altri soggetti a lui legati da un grado di parentela che non vada oltre il terzo).
Quando usare l’autocertificazione di residenza?
Il documento è considerato valido quando rilasciato in seno ad uffici appartenenti alle pubbliche amministrazioni, quando si utilizza nell’ambito dei servizi pubblici o presso privati che ne ammettano l’impiego.
Chiaramente questa documentazione non viene mai accettata in tribunale o in pretura.
Come procedere?
In genere l’autocertificazione si ottiene compilando dei prestampati o addirittura dichiarando di proprio pugno su un comune foglio bianco di avere residenza in un dato luogo. In entrambi i casi è necessario sottoscrivere con firma il documento, ma la firma non dovrà essere autenticata né tanto meno apposta davanti allo sguardo vigile di un funzionario. Basterà infatti convalidare la dichiarazione allegando la copia di un documento di riconoscimento.
Nell’autocertificazione dovranno essere riportati i dati sensibili (nome, cognome, recapito telefonico, data e Comune di nascita) e quelli relativi alla residenza (via, numero civico, Comune).
Una volta riportati questi dati, verrà precisato che l’utente è a conoscenza del fatto che una dichiarazione mendace potrà essere sanzionata e verranno ribaditi i dati relativi alla propria residenza. Infine si aggiungeranno data, luogo e firma.
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