Ambiente

Come gestire gli scarti industriali nel settore converting?

Nel contesto industriale moderno, la sostenibilità e l’efficienza produttiva sono due elementi chiave per garantire competitività e conformità normativa.

Nello specifico, il settore converting, e in particolare quello specializzato nel tissue, sono oggi probabilmente tra i più coinvolti nella produzione di scarti industriali. Gestirli in modo efficace non solo è un obbligo ambientale, ma può rivelarsi anche un’opportunità per ottimizzare processi di produzione e ridurre costi.

In questo articolo ci concentriamo infatti proprio sul settore “tissue & converting”, per capire quali sono effettivamente gli inevitabili scarti generati, le problematiche associate e le soluzioni più avanzate oggi disponibili.

Cosa si intende per settore “tissue & converting”?

Con il termine tissue & converting ci si riferisce al settore industriale che opera nella trasformazione di carta tissue – una carta sottile, leggera e altamente assorbente – in prodotti finiti destinati al consumo, come rotoli di carta igienica, asciugatutto, fazzoletti, tovaglioli e salviette industriali.

Il termine “converting” identifica tutte le operazioni di taglio, goffratura, piegatura, arrotolamento e confezionamento necessarie a trasformare il materiale in rotoli o fogli pronti per la distribuzione.

Si tratta di un comparto ad alta automazione, con processi continui e velocità elevate, in cui ogni fase può generare diverse tipologie di scarto.

Quali sono gli scarti industriali prodotti dal settore converting?

Il converting, per la sua natura trasformativa, genera inevitabilmente una varietà di scarti industriali, tra cui:

  • scarti fibrosi e carta difettosa, derivanti da tagli, rifili, arresti macchina o materiali fuori specifica.
  • Anime in cartone, come ad esempio i tubi centrali su cui viene avvolta la carta, che possono risultare difettosi o non riutilizzabili.
  • Plastica e materiali da imballaggio, provenienti da pellicole protettive, sacchi o confezioni danneggiate.
  • Rotoli scartati, interi o parziali, non conformi agli standard qualitativi.

Tali scarti possono rappresentare una percentuale significativa della produzione totale e – se non adeguatamente organizzati – rivelarsi complessi da gestire.

Quali sono i principali problemi legati alla gestione di questi scarti?

Una gestione inefficace degli scarti industriali nel converting può comportare numerosi problemi, tra cui:

  • alti volumi da movimentare, soprattutto nei grandi impianti, dove la produzione è continua.
  • Eccessivo spazio occupato, in quanto spesso i materiali scartati spesso risultano ingombranti e difficili da stoccare.
  • Costi elevati di smaltimento, sia in termini economici che ambientali.
  • Rischi normativi, legati alla gestione non conforme dei rifiuti secondo le normative ambientali e industriali.

In assenza di una strategia strutturata, questi fattori possono incidere negativamente non solo sull’efficienza produttiva ma anche sull’immagine aziendale.

Come gestire al meglio gli scarti industriali nel settore converting?

Per un’efficace gestione degli scarti nel settore converting è fondamentale adottare un approccio integrato, in grado di combinare tecnologia, organizzazione e sostenibilità.

Le principali strategie includono:

  • una riduzione alla fonte, tramite l’ottimizzazione dei processi produttivi per generare possibilmente meno scarti.
  • Raccolta e separazione automatica, per aumentarne il valore di riciclo.
  • Riciclo interno, laddove possibile, reintroduzione del materiale scartato nel ciclo produttivo.
  • Valorizzazione energetica, in caso di impossibilità di riciclo, impiego come combustibile industriale.

Un sistema ben progettato – in base alle specifiche necessità di produzione – può infatti consentire di ridurre drasticamente i costi di gestione e aumentare la sostenibilità dell’intero ciclo produttivo.

Impianti realizzati ad hoc per la gestione degli scarti di produzione industriale

Per supportare la gestione avanzata degli scarti, molte aziende del settore tissue & converting si affidano a impianti progettati su misura, integrabili direttamente nelle linee produttive.

Questi impianti possono includere:

  • trituratori industriali, per la riduzione volumetrica degli scarti fibrosi o plastici.
  • Nastri trasportatori automatizzati, per la movimentazione continua degli scarti.
  • Sistemi di aspirazione pneumatica, per il trasporto rapido e pulito dei materiali leggeri.
  • Presse compattatrici, per ridurre il volume e facilitare lo stoccaggio e il trasporto.

Soluzioni di questo tipo migliorano l’ergonomia sul posto di lavoro, riducono l’intervento manuale e aumentano anche la sicurezza complessiva.

La gestione scarti automatizzata degli arrotolati

Un caso specifico nel settore converting è quello degli scarti da arrotolati: rotoli interi o parziali che vengono esclusi dalla produzione a causa di difetti o errori.

Oggi esistono tecnologie avanzate che permettono la gestione automatizzata di questi scarti, tra cui: rulli motorizzati e sistemi di trasporto dedicati; robotica integrata, per il sollevamento e la movimentazione dei rotoli scartati e sistemi di identificazione (RFID o visione artificiale) per la tracciabilità.

L’utilizzo combinato di questi sistemi consente di ridurre l’intervento umano, aumentare la tracciabilità e accelerare il recupero o il riciclo del materiale.

Una gestione efficiente degli scarti industriali nel settore converting rappresenta una leva strategica per migliorare produttività, sostenibilità e competitività. Attraverso l’adozione di impianti specializzati, sistemi automatizzati e pratiche di riciclo avanzate, è possibile trasformare un costo operativo in un’opportunità di innovazione.

Investire in soluzioni ad hoc per il trattamento degli scarti significa non solo rispettare l’ambiente, ma anche aumentare l’efficienza del processo produttivo e rafforzare il valore del proprio brand nel mercato.

Foto copertina Immagine di freepik.

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