Curiosità

Fecondazione assistita: la situazione a vent’anni dalla Legge 40

Vent’anni fa, l’Italia vide la promulgazione della Legge 40, una normativa volta a regolare le modalità con cui le coppie NON fertili potevano accedere ai trattamenti di fecondazione assistita. Questo anniversario non è solo un momento per riflettere sui progressi fatti, ma anche per considerare le sfide ancora presenti.

Durante questo periodo, la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) ha visto significativi cambiamenti, sia dal punto di vista tecnologico che legislativo. Tuttavia, restano criticità, come l’aumento dell’età media delle donne che ricorrono a questi trattamenti e le disparità regionali nell’accesso alle cure. Recentemente, la Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU) ha proposto una riforma per superare i limiti attuali della legge.

Raddoppio dei trattamenti e dei tassi di gravidanza in 20 anni

Dal 2005 al 2022, i trattamenti di PMA sono raddoppiati, passando da 63.585 a 109.755 cicli eseguiti annualmente. Questo aumento ha portato a una crescita significativa nel tasso di gravidanza, che è passato dal 16,3% al 33% per ogni 100 trasferimenti eseguiti. Secondo i dati del Registro Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita, questo ha contribuito alla nascita di oltre 217.000 bambini grazie alla PMA, una cifra che evidenzia il successo crescente di queste tecniche nel nostro paese.

Ricerca e tecniche di crioconservazione per la fertilità

Il Registro Nazionale della PMA ha dedicato notevoli risorse alla ricerca sulle cause dell’infertilità e sulle tecniche di crioconservazione dei gameti. Questa attività è cruciale non solo per migliorare i tassi di successo della PMA, ma anche per offrire soluzioni a pazienti oncologiche o a rischio di perdita della funzionalità riproduttiva. Le tecniche di crioconservazione hanno permesso di preservare la fertilità in situazioni dove, in passato, sarebbe stato impossibile, aprendo nuove opportunità per molte donne.

Incremento dell’utilizzo di embrioni crioconservati

L’uso di embrioni crioconservati ha visto un aumento esponenziale, passando da 1.338 procedure nel 2005 a 29.890 nel 2022 (fonte: https://www.epicentro.iss.it). Questo incremento è un riflesso diretto dei progressi nelle tecnologie di crioconservazione e del miglioramento delle tecniche di fecondazione in vitro. Gli embrioni crioconservati offrono una maggiore flessibilità nelle tempistiche dei trattamenti e aumentano le possibilità di successo per le coppie che ricorrono alla PMA.

Aumento dell’età media delle donne che si sottopongono a PMA

Negli ultimi vent’anni, l’età media delle donne che si sottopongono a cicli di PMA è aumentata da 34 a 37 anni. Inoltre, la percentuale di donne sopra i 40 anni è cresciuta dal 20,7% nel 2005 al 34% nel 2022. Questo cambiamento demografico riflette una tendenza più generale a posticipare la maternità, ma presenta anche nuove sfide, poiché l’età avanzata può ridurre le probabilità di successo dei trattamenti e aumentare i rischi associati.

Riduzione del numero di embrioni trasferiti e dei parti multipli

Un aspetto positivo dell’evoluzione della PMA è la riduzione del numero medio di embrioni trasferiti in utero, passato da 2,3 nel 2005 a 1,3 nel 2022. Questo ha portato a una significativa diminuzione della percentuale di parti multipli, che è scesa dal 23,2% al 5,9%. Ridurre i parti multipli è fondamentale per diminuire i rischi per la salute della madre e dei neonati, migliorando complessivamente gli esiti delle gravidanze.

Proposta di riforma della legge 40 dalla Siru

La SIRU ha recentemente presentato una proposta per riformare la Legge 40, sottolineando la necessità di un aggiornamento normativo che tenga conto dei progressi scientifici e delle sentenze giudiziarie che hanno modificato l’impianto originale della legge. La proposta punta a tutelare la salute riproduttiva nel suo complesso, includendo prevenzione dell’infertilità, educazione e informazione, e facilitando la donazione di gameti.

Necessità di un approccio integrato alla salute riproduttiva

Secondo la SIRU, è essenziale adottare un approccio integrato alla salute riproduttiva, considerandola un aspetto fondamentale della personalità di ciascun individuo. Questo implica interventi di prevenzione, campagne di educazione e informazione, e incentivi alla donazione di gameti. Un approccio olistico può aiutare a contrastare il calo demografico e migliorare le capacità riproduttive, che sono influenzate negativamente da fattori come l’inquinamento e stili di vita poco salutari.

Impatto delle sentenze dei tribunali sulla legge 40

Negli ultimi vent’anni, varie sentenze dei tribunali hanno profondamente modificato la Legge 40. Nel 2009, è stato eliminato l’obbligo di creare al massimo tre embrioni e trasferirli contemporaneamente, e nel 2014 è stato rimosso il divieto di fecondazione eterologa. Queste modifiche hanno aumentato le possibilità per le coppie di avere successo con la PMA, ma hanno anche evidenziato la necessità di un quadro normativo aggiornato che rifletta questi cambiamenti.

Novità nella proposta di legge della Siru

La proposta di legge della SIRU include diverse novità, come la donazione libera e anonima dei gameti, il riconoscimento della diagnosi pre-impianto dell’embrione per le coppie portatrici di patologie genetiche, e la possibilità di donare embrioni sovrannumerari alla ricerca o ad altre coppie. Questi cambiamenti potrebbero migliorare l’accesso e l’efficacia dei trattamenti di PMA, riducendo al contempo i costi per il sistema sanitario.

Persistenti limitazioni della legge 40

Nonostante i progressi, la Legge 40 continua a presentare limitazioni significative. Ad esempio, l’accesso alla PMA resta riservato alle coppie eterosessuali, escludendo donne single e coppie omosessuali. Inoltre, la gestazione per altri è ancora vietata. Queste restrizioni sollevano interrogativi su diritti e uguaglianza, e spingono molte coppie a cercare trattamenti all’estero.

Slittamento dei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea)

L’entrata in vigore dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), che garantirebbero parità di accesso ai trattamenti di PMA, è stata posticipata al 2025. Questa proroga ritarda la possibilità per molte coppie di accedere ai trattamenti attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, perpetuando le disuguaglianze territoriali che costringono molte coppie a spostarsi tra regioni per ottenere le cure necessarie.

Critiche alla legge 40 e battaglie legali

La Legge 40 è stata oggetto di numerose critiche e battaglie legali. Secondo Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni, la legge è ancora piena di divieti incostituzionali che limitano il diritto alla salute riproduttiva e la libertà di scelta. Le battaglie legali hanno permesso di eliminare alcuni divieti, ma altre restrizioni rimangono, evidenziando la necessità di ulteriori modifiche legislative.

Un gruppo di coppie che ha attraversato il percorso dalla fecondazione omologa a quella eterologa, condivide su sito www.fecondazioneeterologaitalia.it, esperienze e ricerche per supportare altre coppie in questo difficile percorso. Queste coppie non sono professionisti medici, ma hanno accumulato conoscenze approfondite e testimonianze reali per offrire aiuto e informazioni affidabili. I contenuti pubblicati su piattaforme di supporto sono chiaramente identificati come pubblicità quando applicabile e sono redatti sia da autori non professionisti che da medici, garantendo la qualità e la veridicità delle informazioni.

Divieti eliminati e divieti ancora in vigore

Grazie alle battaglie legali, sono stati eliminati vari divieti, come quello di creare più di tre embrioni e di fecondazione eterologa. Tuttavia, persistono ancora divieti significativi, tra cui l’impossibilità di donare embrioni non idonei alla ricerca scientifica, l’accesso alla PMA per single e coppie omosessuali, e il divieto di gestazione per altri. Questi divieti continuano a limitare le possibilità per molte coppie di avere figli.

Impatto negativo dei divieti sulla ricerca scientifica

Il divieto di donare embrioni non idonei alla ricerca scientifica ha un impatto negativo significativo. In altri paesi, questi embrioni sono utilizzati per sviluppare potenziali cure per malattie incurabili, come il Parkinson. In Italia, però, questi embrioni rimangono crioconservati senza uno scopo chiaro, privando la comunità scientifica di risorse preziose per la ricerca.

Inserimento della PMA nei livelli essenziali di assistenza

L’inclusione della PMA nei Livelli essenziali di assistenza rappresenta un passo avanti importante, poiché garantisce che i trattamenti siano accessibili a tutte le coppie che ne hanno bisogno. Questo cambiamento è fondamentale per rendere la PMA un diritto e non un privilegio riservato a chi può permetterselo. Tuttavia, le risorse stanziate sono ancora insufficienti e il numero di strutture pubbliche è limitato.

Disparità tra centri PMA pubblici e privati

Esiste una notevole disparità tra i centri PMA pubblici e privati. Su circa 340 centri iscritti al Registro Nazionale della PMA, solo un terzo è pubblico. Questa disparità crea problemi di accesso alle cure, con molte coppie che sono costrette a rivolgersi a strutture private, spesso con costi elevati. Inoltre, i centri pubblici che eseguono interventi complessi sono pochi rispetto alla domanda crescente.

Costi elevati della PMA e risorse insufficienti

I costi della PMA possono essere proibitivi, variando tra i 3.500 e i 10.000 euro per ciclo. Le risorse stanziate dal sistema sanitario pubblico sono insufficienti per coprire la domanda, e questo problema è accentuato dalla disparità regionale. Le coppie del Sud Italia, in particolare, devono spesso spostarsi verso il Nord per ottenere i trattamenti necessari, aumentando ulteriormente i costi e le difficoltà logistiche.

Esclusione delle donne single e delle coppie omosessuali dalla PMA

La Legge 40 continua a escludere le donne single e le coppie omosessuali dall’accesso alla PMA. Questo paradosso è particolarmente evidente alla luce della legge sulle unioni civili, che riconosce il diritto delle coppie omosessuali a formare una famiglia. Queste limitazioni costringono molte persone a cercare trattamenti all’estero, con tutte le complicazioni legali e pratiche che ne derivano.

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