Pandoro vegano sulle vostre tavole a Natale
Il pandoro vegano è una piacevole innovazione culinaria comparsa sulle tavole di tutto il mondo nel corso di questi ultimi anni. In molti infatti hanno recentemente posto una certa attenzione all’origine degli ingredienti di più largo impiego nella tradizione alimentare nazionale o meno ed altrettanti hanno visto nel ricorso agli stessi una forma di crudeltà verso gli animali.
Per questo motivo molte aziende ed altrettante imprese artigianali impegnate in questo settore della produzione hanno dovuto adeguarsi immettendo sul mercato dei prodotti cruelty free.
Alimenti cruelty free: il pandoro vegano
E’ ormai diventato un classico: si lavora tanto per preparare i cenoni di Natale e di Capodanno e poi tra i commensali c’è sempre qualcuno affetto da intolleranze o che ha deciso di convertirsi ad un regime alimentare cruelty free. Che fare? In queste circostanze, inutile negarlo, è facile andare un po’ nel pallone. Quando diventa impossibile, per varie ragioni, utilizzare il burro, le uova ed il latte, molte delle nostre ricette tradizionali vanno come minimo riviste e corrette. E’ quello che, tra tanti altri alimenti, è successo anche al pandoro.
In questo caso le uova ed il burro che tutti conosciamo vengono sostituiti da prodotti a base di soia (mai sentito parlare di burro e latte vegetale?), curcuma e frutta. A questi alimenti si aggiungeranno poi quelli tradizionali permessi nelle suddette diete.
Attenzione però: preparare un pandoro, a prescindere dal fatto che si decida di utilizzare ingredienti “normali”, pensati per allergici ed intolleranti oppure ancora adatti ad un regime di alimentazione vegana, non è esattamente una passeggiata. Per questo motivo è raccomandabile agire sempre in modo da organizzarsi con largo anticipo. Basti solo pensare che, spesa a parte, sarà necessario disporre di un giorno e mezzo di tempo per poter servire ai propri commensali un pandoro vegano in piena regola. Come da tradizione infatti questo dolce richiede la preparazione di più impasti da lasciar lievitare per periodi di tempo abbastanza lunghi. Ciascuna delle tre fasi propedeutiche alla preparazione del pandoro richiede infatti che il composto riposi per circa un’ora prima di passare agli step successivi.
Segue infine una fase di sfogliatura da ripetere tre volte intervallando ciascuna “sessione” con una trentina di minuti di riposo. Prima di procedere quindi alla cottura serviranno altre 12 ore ininterrotte di lievitazione. Insomma si tratta di un dolce che non è possibile preparare all’ultimo momento.
Dove acquistare un pandoro vegano
Un buon suggerimento, utile a risparmiare qualche ora del vostro prezioso tempo è quello di munirsi di un’impastatrice. Oppure c’è un’altra soluzione, cioè quella di rivolgervi ad una pasticceria che prepara dolci per vegani. Non siete a conoscenza dell’esistenza di questa attività nella vostra città? Controllare su internet, magari se non nella vostra ci sarà in un paese vicino. Oppure già che ci siete ordinatela online e qui avete due possibilità: o potete rivolgervi ai soliti marchi e quindi ai prodotti industriali oppure alle pasticcerie artigianali. Già, anche le pasticcerie artigianali vendono i loro prodotti online che raggiungono tutto il territorio nazionale. Una pasticceria artigianale in Puglia (sito https://www.dolciperintolleranti.it) è specializzata nella vendita online di dolci artigianali senza lattosio, senza glutine e per vegani.
Come preparare un pandoro vegano
Se nonostante la difficoltà volete cimentarvi nella preparazione di questo dolce, di seguito troverete tutti gli ingredienti necessari. Vi serviranno 450 grammi di farina manitoba, 170 grammi di burro di soia o di margarina, 8 cucchiai di latte di soia, 135 grammi di zucchero, 4 cucchiai di fecola ed altrettanti di tapioca, dell’acqua, un cucchiaino di sale, uno di lievito specifico per dolci ed uno di agar agar, una bustina di lievito di birra, 1 bella stecca fresca di vaniglia o in alternativa della vanillina, un po’ di curcuma e dello zucchero a velo. Ovviamente sarà importante anche procurarsi la giusta teglia, ma a questo siamo sicuri che avrete già provveduto.
Farete tre impasti: il primo composto da farina, 1/3 del lievito richiesto ed acqua (la cosiddetta biga), il secondo prevederà l’aggiunta di zucchero, margarina, un altro terzo di lievito, latte tiepido e mix no egg, ed il terzo comprensivo di tutti gli altri ingredienti. Una volta lavorato il composto e lasciatolo a lievitare per il tempo occorrente assaggerete il prodotto finale per capire se è necessario aggiungere all’amalgama altro zucchero. Il lievito tende infatti a rendere più amaro l’impasto. Quindi procederete ad una nuova fase di lievitazione ed infine alla cottura.