Risparmio

Sharing economy – Condividere per risparmiare

In risposta ai tradizionali modelli economici oramai in crisi, sono nate, e continuano a svilupparsi, idee innovative e forme di economia alternativa che stanno rivoluzionando il mercato europeo ed italiano. L’anglicismo che indica questo nuovo fenomeno è ‘sharing economy’ che può essere tradotto come economia collaborativa o della collaborazione. Il principio cardine di questo modello è la condivisione che può essere immateriale, una competenza, un servizio oppure materiale, l’affitto di un bene, il riuso di un oggetto, etc.

Forme di economia collaborativa

Sono stati riconosciuti quattro modelli di questa forma di economia basata sulla collaborazione:

La prima forma, anche quella più apprezzata, si basa sull’economia del dono: un servizio o un oggetto vengono offerti in cambio di niente ma per il solo spirito di condivisione, ospitalità, interesse sociale. Un esempio di questa forma di economia è il Couchsurfing.

Sempre in forma gratuita, membri di una comunità mettono insieme conoscenze, esperienze per favorire la crescita di un bene che può dimostrarsi un valore aggiunto per la comunità. Rientrano in questo modello i servizi open source.

La forma più diffusa di economia sharing è quella rappresentata da Airbnb o BlaBlacar dove privati mettono a disposizione la propria casa o un posto auto in cambio di una somma di denaro.

Settori in cui questo innovativo modello economico ha avuto presa maggiore sono stati quello dei servizi alla persona (16 per cento), i trasporti (18 per cento) e lo scambio. Queste iniziative nascono anche per sopperire a mancanze di un territorio o per rispondere in modo innovativo a problematiche quotidiane. Il car sharing e il bike sharing, ad esempio, rendono più semplice spostarsi in una determinata zona e possono essere ottimi supporti non solo per i residenti di una città ma anche per i turisti. Stesso discorso vale per strutture come asili nido o centri culturali nati grazie ad iniziative di collaborazione e che vogliono rispondere ad una specifica esigenza culturale, nel caso dei centri, o di mamme lavoratrici per gli asili nido.

Vantaggi della sharing economy

Il primo grande vantaggio è offerto dal fatto che domanda ed offerta riescono a comunicare in maniera diretta, precisa. Pensare al mercato in questi termini non solo permette di creare servizi e imprese che hanno un importante valore sociale ma permette anche di personalizzare tali servizi in ragione dei reali bisogni di un determinato territorio. Inoltre non c’è più un’azienda che elargisce oggetti dall’alto ma ci sono persone che si incontrano e decidono di condividere tempo e denaro.

Il couchsurfing

Alla lettera, couch surfing significa “fare surf sul divano”. Il principio alla base di tale servizio è offrire un alloggio in forma gratuita basandosi sul principio dell’ospitalità reciproca. Come? A gestire tutto è una piattaforma che si trova all’indirizzo www.couchsurfing.org dove sia l’ospitante che l’ospitato si registrano in modo gratuito. Le funzioni principali sono dunque “ricerca ospitalità” e “ricerca host”. A garantire la sicurezza e la fiducia tra i membri sono le informazioni inserite dai vari utenti, il sito tramite una missiva verifica che esista davvero l’indirizzo inserito dall’host, le recensioni degli altri utenti e i garanti. A gennaio del 2013, i profili registrati erano quasi 6 milioni suddivisi in 250 stati.

Il crowdfunding

Con questo termine si indica una tipologia di microfinanziamento che parte dal basso: singole persone e utenti decidono di sostenere organizzazioni, progetti o altre persone facendo loro una donazione libera. Un esempio pratico di crowdfunding è quello che si crea in caso di tragedie umanitarie o per sostenere l’arte o ricostruzioni come nel caso italiano di Città della Scienza che, distrutta da un incendio nel 2013, verrà ricostruita con una campagna di crowdfunding. Lo sviluppo di queste campagne di donazioni si sono diffuse anche grazie alla nascita di tantissime piattaforme che promuovono le iniziative dei loro utenti.

Il crowdsourcing

Lo scopo principale del crowdsourcing è quello di favorire lo sviluppo di un progetto grazie all’aiuto esterno di altre persone. Inizialmente questi progetti si basavano sulla collaborazione di volontari. Oggi questa tipologia di attività collaborativa è sfruttata anche dalle aziende per ampliare i propri servizi, alcuni dei quali vengono esternalizzati o affidati a freelance. Lo scopo principale di questo sistema è quello di risolvere i problemi o massimizzare la crescita di un progetto o di un’attività. Wikipedia è un progetto cresciuto proprio grazie al crowdsourcing: gli utenti sfruttano le loro conoscenze per arricchire le informazioni della piattaforma.

Il car sharing

Si tratta di un servizio di condivisione di auto che consente di avere a disposizione un’autovettura semplicemente prenotandola. Si tratta di un progetto basato sulla mobilità sostenibile. A monte del servizio c’è un’agenzia che gestisce una serie di auto in sosta in diversi punti della città. L’utente iscritto alla piattaforma di car sharing prenota l’auto che si trova presso il parcheggio più vicino e può scegliere di riconsegnare l’auto o nello stesso parcheggio o in un parcheggio differente. Il gestore del servizio si fa carico dei costi per la manutenzione, assicurazione e riparazioni mentre l’utente sarà soggetto al solo costo di abbonamento e alle spese legate all’utilizzo effettivo del mezzo (soste, pedaggi).

Car pooling

Nel car pooling l’auto non è di proprietà di un’azienda ma di proprietà di un privato che la mette a disposizione di un gruppo di persone le quali contribuiscono alle spese necessarie con una somma di denaro. In Italia, il car pooling è praticato soprattutto dai giovani (31 per cento) di età compresa tra i 18 e i 24 anni.

Il bike sharing

Insieme al car sharing, il bike sharing è un altro servizio di mobilità sostenibile dove ad essere condivisa non è più un’autovettura bensì una bicicletta. A differenza delle auto, in genere le biciclette sono di proprietà delle amministrazioni comunali che integrano i servizi pubblici con questo mezzo di trasporto a due ruote. Le bici vengono poste in una serie di postazioni sparse in diversi punti della città dove possono essere prelevate dagli utenti, già registrati, che hanno la chiave e la tessera necessarie per sbloccarle. In base al sistema, le bici possono essere ricollocate nella stessa postazione o in una diversa, possono essere gratuite oppure a pagamento. In Italia le città che prevedono questo servizio di condivisione di bici sono 132, sia grandi centri metropolitani che città più piccole, anche se le prime sono state Cuneo, Parma e Savigliano.

Lo swap party

Un ottimo esempio di economia del dono e della condivisione che viene dal basso è lo swap party. Si tratta di un’occasione per fare shopping in modo gratuito scambiando i propri abiti con quelli di altre persone. Tendenza nata in America, da qualche anno è sbarcata anche in Italia. Organizzato di solito da donne e per donne, l’organizzazione di questi party non hanno regole fisse e stabilite. Ogni partecipante porta abiti in disuso ma ancora in buone condizione e semplicemente li scambia con altri. Lo scambio può avvenire creando una specie di asta oppure valutando ogni abito con un numero simbolico al quale corrisponde uno stesso numero di simbolici gettoni: se il valore complessivo dei tuoi abiti è 10, avrai 10 monete per acquistare abiti per un valore complessivo di 10. Questi party si basano sul principio del riciclo intelligente che permette di ridare una seconda vita ad abiti poco utilizzati riducendo i consumi e anche i sensi di colpa.

Sharing economy Italia

Questo modello economico cresce di anno in anno anche in Italia dove, in base agli ultimi dati, le piattaforme di crowdfunding registrate nel Bel Paese nel 2016 sono in tutto 206, un 10 per cento in più rispetto al 2015.  Dal 2011 ad oggi, l’Italia ha visto nascere tantissime piattaforme di condivisione e collaborazione ed in particolare a registrare una crescita importante non è solamente il settore dei microfinanziamenti ma anche quello dei trasporti. Car sharing, bike sharing, car pooling, camper sharing, sembrerebbe che l’utente tipo di questa economia sfrutti di più la condivisione della propria auto che altri servizi alla persona. Resta il fatto che la maggior parte di queste piattaforme sono ancora all’inizio della loro avventura ed hanno un enorme margine di crescita. Ci troviamo di fronte ad una rivoluzione che potrebbe rovesciare i paradigmi dell’economia tradizionale.

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