Simboli riciclo: conosciamo il significato di ciascuno
Da quando (finalmente) si è cominciato a prestare più attenzione alla natura e all’ambiente, le etichette dei prodotti di uso comune si sono riempiti di una notevole quantità di simboli. Essi, lo capiamo un po’ tutti, hanno un nesso abbastanza evidente con il riciclo o la raccolta differenziata, ma non sempre capire a fondo il loro significato è facile o è possibile (almeno per un comune mortale). E voi? Potete vantare una profonda conoscenza della materia in questione o avete bisogno di un ripassino?
I simboli del riciclo: cosa c’è da sapere?
I biscotti sono terminati: dove buttare il loro imballaggio? E le bottiglie di passata? Il legnetto del ghiacciolo dove va? Queste domande, quotidianamente, affollano la nostra mente, ci vengono poste dai nostri familiari, le poniamo ai nostri amici. Eppure le case produttrici di alimenti, detersivi, utensili, ecc. sono obbligate a scrivere sull’imballaggio o sulla confezione dei loro prodotti che tipo di materiale hanno utilizzato per realizzarli, dove andrebbe gettato l’involucro che li conteneva, dove buttare i prodotti o parte di essi una volta diventati inutilizzabili.
Diciamoci la verità: le aziende ricoprono di etichette e simbolini i loro pacchetti ma spesso la nostra pigrizia rende inutile il loro lavoro. Non è raro che qualcuno, incapace di decifrare loghi e quant’altro elimini la sua spazzatura obbedendo a sensazioni estemporanee: “Mah, secondo me la carta forno va buttata nel contenitore della carta”(per la cronaca andrebbe nell’indifferenziata) rifiutandosi di perdere tempo ad informarsi circa l’esatto significato dei simboli (che a questo punto avrete capito tutti che non sono decorativi) che marchiano la scatola. Per venire incontro ai pigri e a chi, con tutta la buona volontà, non riesce ad interpretare a dovere questi “disegnini”, proviamo noi a spiegarvi cosa essi rappresentano.
Nastro di Moebius
Partiamo da uno dei più visti ed utilizzati: il cosiddetto nastro di Moebius. Avete presente quelle freccette ricurve, in genere colorate di verde (ma esistono anche delle versioni realizzate in altre cromie), che vengono disposte in circolo descrivendo un triangolo? Bene, in genere troverete questo simbolo nei prodotti e negli imballaggi realizzati in carta e simili (cellulosa o cartone ad esempio). Il suo significato è un po’ criptico (noi ci proviamo a far bene la raccolta differenziata, ma voi impegnatevi a non confonderci le idee) e può essere interpretato come “prodotto realizzato con materiali di riciclo“, “oggetto riciclabile“, oppure ancora “confezione realizzata con materiali di riciclo”. Insomma a creare confusione è quindi l’idea che il simbolo possa riferirsi all’imballaggio o al suo contenuto. Questo logo venne ideato nel 1858 da August Ferdinand Moebius uno scienziato tedesco che voleva essere ricordato per le sue scoperte scientifiche e che aveva caricato questo suo disegno di un profondo significato: esso avrebbe infatti dovuto rappresentare l’infinito. Chissà che reazione avrebbe sapendo che il suo povero nastro è un simbolo da raccolta differenziata!
Triangolo di frecce
Molto simile, almeno nella forma, è il triangolo di frecce. Si tratta, ovviamente di una figura a tre lati, interamente realizzata con delle freccette nere al cui interno possono trovarsi dei numeri o dei simboli. Solitamente questo disegno è visibile sugli imballaggi in plastica e, come il precedente, vuol comunicare ai consumatori che la confezione o parte del suo contenuto sono riciclati o riciclabili. Quando all’interno del triangolo trovate dei numeri compresi tra 1 e 6 (a cui a volte vengono affiancate anche delle sigle), non stupitevi e non pensate di giocarli all’enalotto: si tratta semplicemente di un’indicazione commerciale che fa chiarezza sul tipo di plastica utilizzata (e che quindi in realtà poco vi tange). Quando invece scorgete un 7 mettetevi l’anima in pace: la bottiglia, il pacchetto o qualunque altra cosa abbiate tra le mani ha finito con voi il suo ciclo vitale e non può più essere utilizzato in alcun modo.
Logo Raee
Il logo Raee: chissà quante volte l’avrete visto senza avere idea di cosa potesse significare! Si tratta di un grande bidone della spazzatura su cui è stata tracciata una grossa “X”. Questo simbolo viene in genere impresso su vari oggetti elettronici o elettrici e avvisa l’utente che il prodotto non va, se ormai esaurito o non più funzionante, gettato insieme alla spazzatura comune bensì nei contenitori appositi (p.es. quelli per le pile esauste) o smaltito come rifiuto speciale (è il caso ad esempio di una vecchia radio). Benché si tratti essenzialmente di prodotti non riciclabili, l’Unione Europea ha stabilito che a breve tutti questi oggetti dovranno comunque essere recuperati e, quando possibile, rigenerati o, magari nel caso delle scocche, riutilizzati con altri fini.
Barattolino aperto
Vi ricordate del barattolino aperto? In genere questo simbolo accompagna tutti quei prodotti cosmetici che usiamo un po’ tutti nella nostra quotidianità: trucchi, creme, detergenti, ecc. Solitamente all’interno del disegno viene impresso un numero a cui puntualmente segue una “M”. Tale valore è pari al numero di mesi entro i quali, una volta aperta la confezione, potrete aspettarvi di esaurire il prodotto che contiene senza che questo perda efficacia, colore, fragranza, ecc.
Esagono
L’esagono invece contiene sempre al suo interno una sigla: bene, questa figura insieme alle lettere impresse indica il preciso materiale di cui è composto un imballaggio: PET, PVC, PS, PE, PP indicano in genere l’uso di plastiche riciclabili, AL di alluminio, ACC di acciaio, Ve del vetro, CA del cartone ibrido che può comunque essere smaltito con la carta, PI dei materiali misti e non riciclabili.
Logo Ecolabel
Vi ricordate poi del logo Ecolabel? In questo caso, all’interno di un grande quadrato, troverete un fiore stilizzato la cui forma rimanda all’euro, delle stelline (simbolo dell’EU) e la scritta “Ecolabel” oltre che il sito di riferimento del marchio. Tale brand testimonia una qualità ecologica del prodotto approvata dall’Unione Europea: l’impatto ambientale dell’oggetto e del suo imballaggio quindi è minimo e certificato e la valutazione dello stesso è avvenuta secondo criteri che, dal lontano 1992 ad oggi, vengono ritenuti validi ed attuali dalle maggiori associazioni ambientaliste e dei consumatori.
Cesto rifiuti
L’omino che butta l’immondizia: questo è forse uno dei simboli più retrò che conosciamo. Appariva in genere sui cestini dei rifiuti disseminati qui e là per le strade dei nostri paesi di provincia e delle grandi città. Adesso il logo, solitamente impresso su varie confezioni, indica più che altro che è bene evitare di disperdere nell’ambiente l’oggetto in questione e che, soprattutto se si è impossibilitati a gettarlo nel contenitore per la differenziata che più gli si addice, è buona norma conservarlo sin tanto che ciò non diventi possibile.
PFC e FSC
I marchi PFC ed FSC, rispettivamente accompagnati da un boschetto stilizzato rinchiuso dentro un cerchio e da un albero con segno di spunta, sono nati invece negli anni ’90 ed indicano che l’oggetto che avete tra le mani deriva sì dall’uso di legna o dalla lavorazione degli alberi, ma che le foreste da cui essi sono stati ricavati sono gestite in maniera sostenibile (si provvede quindi a ripiantare gli alberi o ad utilizzare legna caduta per ragioni naturali, ecc.) oppure deriva dalla lavorazione di materia prima riciclabile e controllata.
Appiattire dopo l’uso
Un altro must dei simboli da raccolta differenziata è il caro, vecchio “appiattire dopo l’uso“. Il logo raffigura una mano intenta a pressare un cartone ormai vuoto. Come del resto è intuitivo (non provate a dire che non ne avete mai colto il significato) alcuni imballaggi, una volta vuoti, possono essere aperti ed appiattiti in modo da occupare meno spazio nella vostra busta della spazzatura, nei bidoni che tutte le sere riponete fuori per la nettezza urbana e, conseguentemente, nelle discariche o nei magazzini delle aziende operanti nel settore del riciclo.
Der Grume Punk
Ed in ultimo non potevamo non citare lui, il Der Grune Punk. Non lasciatevi intimorire dal suono tanto duro di queste parole; il suo significato è più che positivo. Questo logo infatti, composto da un grosso punto in cui si avvolgono e si intersecano una freccia verde chiaro ed una di colore più scuro, indica che chi ha fabbricato l’oggetto che state maneggiando si è preoccupato di aderire ad un sistema ecologico di smaltimento dei rifiuti. In genere questo simbolo compare spessissimo sui prodotti fabbricati nell’estremo nord europeo ed ogni tanto anche sui prodotti italiani.
Perfetto, adesso che avete le idee un po’ più chiare non vi rimangono più scuse: prima di gettare qualsiasi cosa nei bidoni della spazzatura (o di comprare dei prodotti se siete degli ecologisti) controllate la sfilza di simbolini che compaiono sulle etichette e sugli imballaggi: l’idea di vivere in un mondo più pulito e di respirare aria un po’ più salubre, fidatevi, non è poi tanto cattiva…