Ambiente

Transizione ecologica ed energetica: strategie da adottare

Negli ultimi anni il tema della sostenibilità ambientale ha portato alla nascita di nuove definizioni. Non è raro sentir parlare di transizione ecologica, con riferimento alla trasformazione dell’attuale modello di sviluppo, o di transizione energetica, verso forme di energia rinnovabili e sostenibili. Un impegno concreto, reale e necessario, dimostrato anche dalla trasformazione del Ministero dell’Ambiente nel Ministero della Transizione Ecologica.

Transizione ecologica: di cosa si tratta?

La transizione ecologica riguarda la trasformazione del nostro modello di sviluppo e di produttività. L’idea è quella di utilizzare tecnologie di vario genere per permettere alle attività umane di impattare il meno possibile sull’ambiente, secondo i principi della ecosostenibilità.

Anche le istituzioni sono ben consapevole di quanto questo processo sia necessario e inderogabile. Possiamo trovarne traccia anche nelle pagine web istituzionali dedicate al PNRR. In più non bisogna dimenticare che la transizione ecologica riguarda numerosi ambiti, così da poter comprendere ogni aspetto della presenza umana sul territorio. Si va dall’economia circolare alla già citata transizione energetica, senza dimenticare la necessità di rendere gli edifici più efficienti e la riduzione dell’inquinamento.

Proprio la riduzione dell’inquinamento è un tema centrale. L’obiettivo è quello di raggiungere entro il 2050 la cosiddetta Carbon Neutrality, un modello di sviluppo del tutto privo di emissioni di anidride carbonica. Un risultato ambizioso, ma che può essere raggiunto attraverso l’uso di tecnologie innovative, e con il desiderio di modificare il nostro stile di vita.

Una necessità inderogabile

Ormai il cambiamento climatico è alle porte, e i fenomeni del riscaldamento globale si fanno di anno in anno più evidenti. Per questo motivo siamo chiamati a fare la nostra parte, anche perché viviamo in un habitat fortemente a rischio. L’area del Mediterraneo potrebbe andare incontro a fenomeni climatici atipici per questa zona, così come si fanno più frequenti i periodi di siccità, che danneggiano il territorio in numerosi modi, a partire dal settore delle coltivazioni.

La maggior parte dei gas che provocano il cosiddetto effetto serra nascono dall’uso dei combustibili fossili. Per questo la ricerca tecnologica sta operando in due direzioni. Da un lato si cerca di migliorare l’efficienza delle tecnologie attualmente in uso, così da ridurre il consumo di combustibili. Dall’altro l’obiettivo è quello di sostituire i sistemi che usano combustibili fossili, in favore delle energie rinnovabili.

Non solo ecologica: la transizione è anche energetica

In questo momento la maggior parte dei processi essenziali per le attività umane sono messi in movimento da combustibili fossili. Nello specifico si utilizzano soprattutto carbone, petrolio e gas naturale. Continuare ad utilizzare queste fonti ha un effetto pessimo sull’ambiente, proprio perché rilasciano forti quantità di anidride carbonica.

Per questo per ottenere una transizione che sia davvero ecologica bisogna pensare in termini di transizione energetica. Dai combustibili fossili bisogna andare in direzione delle energie rinnovabili, che possono permetterci di affrontare un vero processo di decarbonizzazione. Un obiettivo ambizioso, ma che può dare dei risultati decisamente ottimi. Ciò che è più importante, in questa fase, è il miglioramento dell’efficienza, per permettere a chiunque di poter accedere alle tecnologie per l’uso delle energie rinnovabili.

In questo mondo in cui economia, finanza e mondo energetico sono così interconnessi, si è fatta strada una maggiore attenzione delle organizzazioni e società, Redelfi ne è un esempio fra i più validi, verso i criteri ESG (Environmental Social Governance), in cui le strategie e la comunicazione mirano alla gestione, da calibrare al bisogno, dell’impatto che le stesse società possono avere su ambiente, sociale e governance.

Le strategie da adottare

Attraverso il PNRR possiamo dare una rapida occhiata a quali sono le linee guida sulle strategie da adottare nel prossimo futuro. Lo scopo è quello di aumentare il più possibile l’uso delle energie rinnovabili, riducendo progressivamente la quantità di combustibili fossili utilizzati per produrre energia. Gli elementi chiave nei prossimi anni saranno gli impianti a energia solare, quelli eolici e anche le strutture pronte a utilizzare il biometano. Nel documento si menzionano anche le potenzialità dell’agri-voltaico.

Per quanto riguarda i privati cittadini è importante agire su diversi fronti. In primis bisogna lavorare sulle abitudini, cercando di educare i consumatori a fare maggiore attenzione. Per ottenere una forte riduzione dei consumi è necessario rieducare tutta la popolazione, e non solo i più giovani, che spesso sono i più ricettivi ai cambiamenti. Consumare di meno è in molti casi la prima soluzione per una vita più sostenibile per l’ambiente.

Inoltre è importante che le tecnologie che utilizzano le energie rinnovabili si diffondano il più possibile, e per farlo devono poter essere applicate all’uso quotidiano. Pensiamo ad esempio ai pannelli fotovoltaici, che raccolgono l’energia solare e permettono di sfruttarla per scaldare l’acqua o per altre necessità di questo genere.

Infine è fondamentale impegnarsi nella riduzione dei consumi energetici degli edifici, lavorando sopratutto sul riformare il parco immobiliare europeo con innovazione ed investimenti per edifici smart in grado di migliorare le performance energetiche.

In Italia molti edifici sono piuttosto datati, e non affatto efficienti. Anzi, è vero il contrario: permettono una dispersione eccessiva, e finiscono per farci consumare più energia sia in estate che in inverno. Isolare termicamente ogni abitazione permetterebbe di ridurre i consumi in fatto di riscaldamenti e aria condizionata, mantenendo più facilmente il caldo nella brutta stagione e tenendo gli ambienti più freschi nei periodi più caldi.

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