Ambiente

Viaggio sostenibile in Antartide per mantenere l’ambiente in sicurezza

L’Antartide è un continente in grado di affascinare davvero chiunque. Si tratta di un luogo estremo, dove le temperature raggiungono livelli proibitivi che, come puoi vedere in questa tabella, vanno dai -27 di dicembre e gennaio, ai -60 tra aprile e settembre. A queste latitudini è possibile incontrare venti molto forti, insieme a un clima secco e davvero inospitale. Eppure nonostante ciò il turismo è in costante crescita. Non si tratta di un turismo mainstream, ma di un turismo di lusso.

Il turismo su Half Moon Island

L’Antartide è un luogo che non appartiene a nessun Paese. Ciò è stato stabilito dal Trattato Antartico, (qui una pagina di approfondimento in inglese) che è stato firmato più di 60 anni fa e che nel corso degli anni ha visto un ampliamento dei Paesi firmatari. Il continente, secondo tale accordo, può essere usato solamente per la ricerca scientifica e per alcuni settori commerciali: la pesca e il turismo.

Riguardo alla pesca sono attualmente in corso diverse discussioni, visto l’impatto che questa attività può avere sulla fauna che popola il continente. Il turismo attualmente è concentrato sopratutto alla zona chiamata Half Moon Island, meta preferita dai tour operator che organizzano crociere perché questa zona ha un clima meno rigido rispetto all’interno del continente. Nonostante questo è ovviamente partire preparati (leggi questo approfondimento su cosa portare) perché parliamo comunque di posti freddi che necessitano di attrezzature adeguate.

Le caratteristiche del turismo antartico

Come abbiamo detto nel nostro incipit si tratta di un turismo prevalentemente di lusso, che permette di conoscere la fauna di Half Moon Island mentre è in totale libertà. Si tratta di una esperienza unica al mondo, perché alcuni di questi animali, abituati a climi così inospitali, non si trovano in libertà in nessun’altra area del pianeta.

Il costo è generalmente piuttosto alto. Si tratta sì di crociere, ma spesso i turisti vengono chiamati “esploratori”, così da amplificare l’effetto di visitare dei luoghi così estremi. Il costo è piuttosto alto, e può arrivare anche a 25.000 euro per una crociera di due o tre settimane. Le cabine più economiche hanno comunque un costo che si aggira intorno ai 7.000 euro.

I rischi del turismo in Antartide

Il costante aumento del turismo in Antartide può portare a numerosi rischi sia per i turisti stessi, sia per la salvaguardia di questo delicato ecosistema. Basti pensare che a partire dal 1990 il numero di turisti in queste remote regioni del mondo si è moltiplicato di circa sette volte.

Riguardo ai turisti è importante fare una considerazione: ad oggi non è possibile garantire la sicurezza dei crocieristi in caso di incidente. Si tratta di una zona inospitale, e in cui non è molto facile muoversi. Per questo in caso di emergenza non c’è alcuna certezza riguardo alla risoluzione del problema in tempi rapidi, soprattutto se si tratta di una nave con molti passeggeri a bordo. Inoltre quando avvengono incidenti in queste acque si ritrovano a intervenire delle navi deputate a missioni scientifiche che si trovano nei dintorni. Queste operazioni di salvataggio impreviste portano sia nuovi rischi per l’equipaggio, sia un vero e proprio aumento dei costi.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale invece, bisogna considerare gli agenti inquinanti che vengono emessi nell’ambiente. Si stima che un viaggio in Antartide generi cinque tonnellate di emissioni di anidride carbonica per ogni singolo passeggero. In più le polveri e i gas di scarico emessi dalle navi si poggiano sul ghiaccio, favorendo uno scioglimento più veloce.

Attività di ricerca in Antartide

L’Antartide è un continente fondamentale per la comunità scientifica. Sul suo suolo sono presenti diversi laboratori che accolgono progetti di ricerca nazionali e internazionali. Anche l’Italia attualmente ha un suo programma di ricerca in Antartide (sito ufficiale) con una base coordinata da Italia e Francia, chiamata Concordia. Sono presenti anche altre basi, come quella degli Stati Uniti, denominata Amundsen-Scott, e quella della Russia, la base Vostok.

Non si può paragonare l’impatto che ha un ricercatore con quello di un turista, perché lo scopo degli scienziati è quello di ottenere maggiori benefici dalla loro presenza. Per questo da un punto di vista etico è possibile tollerare l’esistenza dei laboratori in Antartide. Nonostante ciò si sta cercando di operare in direzione della massima sostenibilità, favorendo l’utilizzo di risorse rinnovabili, come l’energia solare, e di strumenti a basso impatto ambientale.

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